La giornata delle Missionarie della Divina Rivelazione

In questo mese di agosto, continuando la serie di articoli per il nostro ventennale, desideriamo portarvi dentro la nostra quotidianità, viste anche le numerose domande che ci vengono poste e che possono riassumersi nel classico: “ma cosa fate voi suore in convento?”.

Rispondiamo allora molto volentieri, conducendovi in una nostra giornata tipo, per farvi anche gustare un po’ del sapore dei nostri giorni. La nostra giornata inizia con il suono della campana che puntualmente le sorelle incaricate fanno rintoccare vigorosamente lungo i corridoi del convento. Cinque minuti prima dell’inizio della preghiera suona un’altra campana per avvisare l’imminenza della preghiera. È alle 6:00, infatti, che hanno inizio le Lodi, alle quali segue un tempo di meditazione personale. Alle ore 7:00 inizia il momento più solenne del nostro quotidiano, la Santa Messa e l’incontro con il Signore Gesù nella Santa Comunione. È qui, in questo spazio prediletto di unione con Lui, che ogni missionaria ritrova l’essenza di ciò che essa stessa è e attinge la forza per la giornata.

Dopo la Santa Messa e la colazione, momenti in cui stiamo tutte riunite, iniziamo a dividerci per raggiungere, ognuna secondo il proprio orario e le proprie responsabilità, le nostre mansioni: alcune sorelle vanno nel piccolo negozio di san Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma; altre si occupano del riassetto della casa e, altre ancora lavorano alla preparazione degli incontri internazionali di catechesi o si occupano delle visite di Arte e Fede ai Musei Vaticani, altre si dedicano allo studio, che è fondamentale per ogni missionaria per poter “rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,8-17).
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Così, ognuna si dedica a un’attività differente, secondo quanto la Comunità dispone, fino all’ora sesta, quando la frenesia della quotidianità viene messa fine dal tocco della campana che ci chiama alla preghiera. È allora che ognuna alza gli occhi dai propri libri, o spegne la macchina da cucire, o posa il grembiule, oppure lascia gli attrezzi del lavoro per dirigersi verso la cappella, dove nuovamente tutte insieme ci predisporremo alla preghiera. Questo momento è particolarmente importante perché, dover interrompere le nostre attività per pregare la Liturgia delle Ore, ci preserva dallo sprofondare nel vortice frenetico della vita per poter così riorientarla nuovamente a Dio e riprendere i propositi fatti al mattino. Ed è proprio in questo momento, dunque, che ci raccogliamo in preghiera tra i banchi della nostra cappella e, dopo la preghiera comunitaria, ci predisponiamo a fare un bilancio della mattinata trascorsa e a chiedere perdono a Dio, con un breve esame di coscienza, qualora avessimo mancato in qualche cosa.

Dopo il pranzo, come in ogni famiglia che si rispetti, ci dedichiamo al riassetto della casa e poi inizia un piccolo momento di riposo durante il quale, a discrezione delle sorelle, si può scegliere di riposare, di pregare, di dedicarsi alla lettura spirituale o allo studio. Non per molto però. Infatti, la campana risuona sempre puntuale e, secondo alcune di noi, sempre troppo presto o sempre quando siamo già in ritardo. Ma questo suono ci ricorda la voce del Signore che ci chiama a Sé e, pertanto, già nel primo pomeriggio ci ritroviamo ancora per la preghiera del Santo Rosario, devozione fondamentale del nostro carisma. Dopodiché – e chi ci conosce lo sa bene- arriva uno dei momenti più attesi dalle sorelle, soprattutto, ammettiamolo, dalle più giovani: la merendina. Momento che presto si trasforma in uno scambio fraterno e gioioso di quanto fino ad allora accaduto. E dopo questo piccolo, ma alquanto vivace ristoro, ognuna ritorna al proprio lavoro.

È poi verso sera, quando ormai il sole si spegne, che come ogni famiglia ci ritroviamo di nuovo a casa. Ad accompagnare questo momento è la preghiera dei Vespri: i vetri istoriati della nostra cappella stendono ampie lame di colore con le luci del tramonto e, come opliti, ancora l’una accanto all’altra, ci inginocchiamo per il mondo che abbiamo visto durante il giorno. Tutta la Chiesa è presente davanti al nostro sguardo, tutti sono «abbracciati» a noi, che con amore rimettiamo tutto nelle mani onnipotenti di Dio. Ai Vespri seguono la cena e la ricreazione. Quest’ultimo è un momento comunitario per eccellenza: stare insieme, infatti, è un dono e un bisogno, e ogni sorriso, ogni canzone a squarciagola, ogni dolce ottenuto con qualche scusa (ammettiamolo, siamo proprio delle fuoriserie), ogni nota stonata tra le risate e i racconti della giornata, parla di quest’amore l’una per l’altra, per quella sorella che stava un giorno dall’altra parte del mondo e che ora, misteriosamente, si trova a cantare nel mio orecchio, in quelle sere dove le schitarrate primeggiano e lo stare insieme ha il sapore del gelato alla vaniglia- rigorosamente quello dei family pack- perché, poco da fare, oramai la famiglia cresce.

Anche questo momento ilare ha però la sua fine e, all’ora stabilita, la campana suona nuovamente e ci disponiamo ad entrare in cappella per la preghiera di Compieta. Per un’ultima volta, ci stringiamo attorno al Santissimo Sacramento, da cui tutto comincia e in cui tutto fluisce: è qui che tutta la nostra giornata si riassume, ed è il nome di Gesù che vogliamo scorgere dietro ogni nostra azione e ogni nostro apostolato. Dopodiché, le luci iniziano a spegnersi, il sonno sopraggiunge, e ognuna rientra nella propria stanza per ancora un intimo colloquio con il Signore prima di addormentarsi, con l’eco delle parole della Compieta: “Il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace”.