Novena di Natale. Secondo giorno, 17 dicembre


O Sapientia,
quæ ex ore Altissimi prodisti,
attingens a fine usque ad finem fortiter,
suaviter disponensque omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiæ.

O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra con forza,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.

Si invoca la venuta della sapienza perché insegni all’uomo la via della prudenza, della saggezza.

Nell’Antico Testamento la Sapienza divina era descritta come presente all’opera della creazione, è stata presente nel mondo, ordinando tutte le cose per volere dell’Altissimo. La Sapienza era considerata come attributo e presenza di Dio in mezzo agli uomini. Nel Nuovo Testamento questa posizione è immensamente superata. La Sapienza di Dio si presenta come Persona divina, non in modo allegorico, ma reale e concreto: è Cristo Gesù, Figlio di Dio, il quale incarna tutta la Sapienza del Padre; in Cristo Gesù la Sapienza divina prende carne umana e viene ad abitare tra gli uomini per rivelare la via della prudenza. Letteralmente la parola “prudentia” deriva dal latino “Præ -video” che vuol dire “vedere prima, prevedere”: vedere le cose da un’altra prospettiva, dalla parte di Dio, vedere le cose nel progetto d’amore originario nella Creazione. Ascoltando e contemplando Gesù, Sapienza e Parola di Dio, l’uomo scopre il meraviglioso disegno di Dio per la sua salvezza, scopre a quale speranza è stato chiamato.

Vieni, Gesù! Maranathà!

Orazione
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, Signore; tu, che all’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore. Amen.