Con Maria Immacolata nel carcere di Rebibbia

I ragazzi del Coro con il Cappellano del Carcere Don Roberto Guernieri con le Missionarie della Divina Rivelazione e le nostre care Sr Laura e Sr Gemma, Figlie di San Camillo.

Nella giornata, dedicata a Maria Immacolata nel carcere di Rebibbia si respira un’aria diversa, aria di festa portata dai nostri ragazzi per animare la Santa Messa. Siamo arrivati in anticipo per provare i canti in Chiesa, ed ecco arrivare i primi detenuti, sono felici di vederci e con tanta gioia ci vengono a salutare con una calorosa stretta di mano.

La celebrazione ha inizio sulle note di un canto dolcissimo che sussurra il nome di Maria: “O Santissima o piissima madre nostra Maria…”. Con tanta attenzione ascoltiamo le letture della liturgia e al Vangelo risuona il saluto dell’Angelo a Maria: “Ave piena di grazia il Signore è con te…”, toccante è stata l’omelia del Cappellano Don Roberto, che con profonda delicatezza ha saputo attualizzare il messaggio dell’Angelo a Maria, nella vita dei carcerati.

Ecco alcuni passaggi: “ Lasciamoci guidare dalla gioia di Maria, la gioia della sorpresa di Dio, Dio chiama le persone che non contano niente e le prepara a compiere qualcosa di speciale. Pensiamo alla nostra vita, ci sono tanti ambiti in cui sbagliamo, nei rapporti con noi stessi, nella relazione con Dio, con la nostra famiglia, con i nostri compagni di carcere, ma Gesù ti dice di non fermarti all’errore. Sicuro hai sbagliato, sei caduto e non hai una grande stima di te stesso, ma questa è l’occasione per prendere la strada dell’umiltà, Dio farà grandi cose con te! Se sei superbo e disprezzi l’aiuto di Dio, Egli si ferma dinanzi al tuo rifiuto. Mettiamoci alla scuola di Maria, la superbia del peccato allontana da Dio, ma l’umiltà e la piccolezza di Maria Le permettono di diventare la Madre dell’Altissimo. In questi giorni di ospedale, nel reparto di chemioterapia, ho incontrato una ragazza di 16 anni, che stava più male di me, ma aveva un sorriso stupendo, mi ha detto: «Caro Padre, non abbiamo nulla da temere, ricordiamoci che il Signore è con noi!». Non disperate mai, abbiate la gioia di Maria, perché le parole dell’Angelo sono vere: “Nulla è impossibile a Dio”.

Durante la preghiera dei fedeli, tanti detenuti hanno pregato spontaneamente e ricordato le proprie madri, i figli, e le famiglie che hanno fatto soffrire; in Maria si riconoscono accolti da una Madre, che proprio perché è tutta Immacolata, dona speranza e riscatto dal male. “L’Immacolata ha la capacità di riaccende nel cuore di ognuno di noi, quella luce che è presente fin dall’eternità, accesa da Dio fin dal nostro concepimento, è questa luce che rischiara la tenebra più oscura, il peccato. L’Immacolata oggi affida un compito importante a ciascuno di questi detenuti, Ella chiede l’offerta nella preghiera della loro sofferenza, possa essere questa una riparazione per chi spreca la propria vita, perché è nella disperazione”. Con queste parole, Madre Rebecca ha esortato i detenuti a farsi portatori di luce e speranza per i propri compagni rimasti in cella.

Finita la Santa Messa, tutti insieme, noi e loro, abbiamo cantato ad una sola voce “Ave Maria, Ave Maria…”, un grido, una preghiera che ha penetrato il cielo e che ha lasciato in tutti la gioia della fraternità. Con i fratelli detenuti, abbiamo fatto colazione all’aperto sul sagrato della Chiesa: ciambelloni, cornetti e un caldo cioccolato.  Tutto questo ha fatto dimenticare loro per un breve momento, il dolore del carcere. Tutto era controllato a vista ma l’atmosfera era quella di casa, dove la Mamma aveva preparato la colazione per tutti i suoi figli. Questi detenuti “speciali” perchè premiati per la loro buona condotta, ci hanno lasciato l’impegno di pregare per loro e per le loro famiglie.

Dinanzi all’ingresso del Carcere di Rebibbia, non poteva mancare la foto ricordo di una mattinata veramente “speciale”.  Alle nostre spalle vi è il monumento “La catena spezzata” dello scultore pugliese Aldo Calò. Si tratta di due anelli di una catena, entrambi semiaperti. Il fatto che i due anelli non siano chiusi rappresenta la speranza che ogni detenuto porta nel cuore, la possibilità di un riscatto, di una vita nuova che spezzi la catena dell’errore e ci sia la possibilità di rialzarsi, dopo la caduta. Si. Maria Immacolata è la luce di ogni speranza!

Dio ci benedica
E la Vergine ci protegga
Le Missionarie della Divina Rivelazione