Vita Consacrata, «luce per illuminare le genti» (Lc 2, 32)

 

«Lumen ad revelationem gentium». Sono queste le parole che risuonano oggi a gran voce nella Chiesa la quale ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio. La processione iniziale, i ceri accesi e le parole del Vangelo introducono al mistero di quel Bimbo, luce vera che illumina il mondo (cfr. Gv 1, 9). È proprio questa consapevolezza che ha animato quel giorno il profeta Simeone a proclamare il suo cantico; è il fulgore di Gesù ad aver spinto la profetessa Anna a parlare di Lui come il Redentore e, ancora, è il candore di Dio che Maria e Giuseppe, offrendo il Signore al Tempio, hanno donato al mondo. Sulle orme di questa luce si mettono, ormai da duemila anni, miliardi di uomini e donne, consacrando la loro vita, giovane o adulta che sia, per essere riflesso di quel fulgore che hanno intravisto negli occhi di Cristo.

È a loro che san Giovanni Paolo II volle dedicare una Giornata Mondiale, sottolineando, così, la fondamentale importanza della loro donazione per la Chiesa e per il mondo intero. Essi, come Simeone, sono chiamati a fissare lo sguardo sul Signore e a proclamarlo al mondo come «luce per illuminare le genti» (Lc 2, 32). Non solo, ma mediante la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza, i religiosi fanno di Gesù l’unico loro amore; fanno di Lui la loro esclusiva ricchezza e scelgono la volontà del Padre come unico loro progetto di vita.

In questa 27° Giornata Mondiale per la vita consacrata, allora, invochiamo la misericordia di Dio per questi figli della Chiesa, chiamati alla sequela del Signore. Chiediamo a Lui, principio e fine di ogni vocazione, di donare ad ogni consacrato la grazia di rispondere prontamente alla Sua voce. Invochiamo su di loro lo Spirito Santo, perché mai questi uomini e donne si ritirino da quest’ardua missione e custodiscano fedelmente il generoso amore con il quale un giorno hanno detto «sì» a Dio.