Cristo Re, Signore del tempo e della storia

Andrea Previtali Salvator Mundi

 

“Bisogna che Cristo regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte” (1 Cor 24-26)

In questi giorni  ci prepariamo a concludere l’anno liturgico con la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. Il Signore, attraverso la Liturgia della Chiesa dà una risposta chiara e precisa: “È Cristo il Re, Lui il vero Dio, Lui, l’unico a rendere l’uomo capace di essere uomo, capace di riscoprire nel prossimo, chiunque esso sia, un’anima che vive e che anela ad un senso: a Lui”.

Nella storia molte volte ci siamo imbattuti in ideologie che hanno fatto dell’uomo una macchina al loro servizio e la storia ci insegna che mai, quando l’uomo distrugge il suo simile, diventa più uomo; mai, quando l’uomo elimina ciò che non è come lui, trova la pace; mai, quando l’uomo elimina la verità, diventa libero.

Nulla, anzi, dato che siamo cristiani impariamo ad usare bene le parole, Nessuno, perché Dio è diventato uomo, ha mai insegnato all’uomo ad essere tale se non Gesù Cristo.

Noi cristiani dobbiamo trovare coraggio e forza in questi tempi nel Fatto, non nell’idea o nel presentimento, che Gesù Cristo, qualunque cosa gli uomini possano fare, è e rimane l’unico vero Dio e Signore. Sembra quasi dover tornare ai primi secoli del cristianesimo in cui l’annuncio imminente si racchiudeva in una formula semplice ma ricca di significato: “Gesù è il Signore!”.

Che meraviglia continuare ad annunciarlo con questa franchezza e a ricordarcelo sovente, a scapito dell’oramai tanto amato politically correct che non è altro che un ulteriore modo del principe di questo mondo per farci tacere sulla verità. Perché vedete, se una cosa è vera, non bisogna imporla con la violenza o con la guerra, la verità tocca le corde del cuore di ogni uomo, è da lui riconoscibile.

Ci stringiamo con la preghiera attorno a tutte le vittime di questi giorni e a tutti gli schiavi del terrorismo, che massacrano vite umane – il dono più grande di Dio all’umanità- in cambio di un presunto premio eterno, tenendo alla mente le parole di Giovanni, “ Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna” (1 Gv 15).

Rimaniamo perciò ben saldi alla nostra fede in Gesù Cristo, l’unica vera risposta che possiamo dare a Dio, e rimaniamo orgogliosi e riconoscenti di essere sudditi di un così grande Re, lo stesso a cui tutti, cristiani e non, dovranno indistintamente rendere conto nel giorno del giudizio. E di questo, e siamo spiacenti per chi ancora lo mette in discussione, non c’è dubbio alcuno.