La Cattedra di Pietro e la sapienza del Bernini

La festa della Cattedra di Pietro, già presente nella Chiesa fin dal III secolo, e fissata definitivamente al 22 febbraio da Papa Giovanni XXIII, ricorda l’autorità che Gesù ha affidato a Simone, il pescatore di Galilea, di accompagnare e custodire, quale suo vicario, il popolo di Dio verso la Salvezza.

Ancora una volta Roma, nella stupenda basilica di San Pietro, ha il privilegio di custodire una storia straordinaria che ha fatto sì che fosse proprio il Mons Vaticanus la sede definitiva del pontefice romano. È qui, infatti, nell’allora Circo di Nerone, che nell’anno 64 d. C. Pietro confessò la sua fede nel Maestro fino alla morte di Croce. Ancora oggi, da questo stesso luogo, il Papa, suo successore, continua la missione di pascere il gregge in forza dell’autorità conferitagli da Cristo: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,18-19).

Questo speciale mandato petrino è sublimemente riassunto da Gian Lorenzo Bernini nella magnifica Cattedra di San Pietro realizzata nell’abside della basilica vaticana nel 1666 e commissionata da Papa Alessandro VII. L’opera bronzea era destinata a contenere la cattedra lignea di Pietro della quale però, solo parte, rimonta effettivamente ai tempi dell’apostolo. La cattedra berniniana in bronzo dorato, alta 7 metri, e sormontata da due putti con in mano le insegne papali, racchiude in sé tutta l’importanza del primato dell’apostolo, come successore di Cristo e guida della Chiesa pellegrina sulla terra. Pertanto, il grande bassorilievo dorato realizzato sullo schienale della cattedra da Giovanni Paolo Schor su disegni del Bernini, vede la scena del Pasce oves meas, Pasci le mie pecorelle, e ai lati del sedile quelle della Lavanda dei piedi e della Consegna delle chiavi.

Tutto ruota intorno alla speciale missione di Pietro il quale però, nella missione di confermare i fratelli nella fede, è sostenuto dai vescovi in comunione con lui. Infatti, anche se qui la cattedra si slancia verso l’alto, rimane tuttavia unita a quattro statue di bronzo che rappresentano i padri della Chiesa d’Oriente, Sant’Atanasio e San Giovanni Crisostomo e quelli della Chiesa d’Occidente, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino. Essi difesero con amore appassionato le verità di fede dalle eresie e costantemente i loro scritti ed omelie sono di chiara guida e riferimento per custodire intatto il deposito della fede.

È questa una cattedra tuttavia, che la sapienza artistica del Bernini pone in ascesa verso una dorata gloria sovrastante dove, circondato da angeli, nuvole e raggi, si staglia la vetrata con lo Spirito Santo dalla quale entra la luce che accende tutta l’opera. Questo protendimento della cattedra verso lo Spirito Santo che la sormonta, è una parafrasi della Chiesa in cammino verso il Regno dei Cieli sotto la guida e l’ispirazione del Paraclito. È un movimento di ascesa della Chiesa che, di continuo chiede l’assistenza e la guida dello Spirito Santo, e di discesa di esso per guidarla e condurla. È in questo incontro tra la povertà umana, come fu quella di Pietro, e la potenza di Dio che si compie ogni giorno la missione della Chiesa di condurre il gregge nell’ovile santo del Cielo.

Articolo originalmente pubblicato sul sito della diocesi di Roma.