La solennità di Maria Assunta in Cielo (Ap 12, 1-18)

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Il 15 agosto la Chiesa celebra la solennità di Maria Assunta in Cielo. Desideriamo riflettere insieme su questa bellissima festa, meditando la prima lettura della solennità, tratta dal cap. 12 dell’Apocalisse.

Il capitolo si apre con “un segno grandioso” che appare nel cielo: questo segno indica un messaggio da decifrare e si manifesta nel cielo, dunque, si tratta di un messaggio che non appartiene al mondo terreno, ma al mondo di Dio e, come tale, è autorevole e decisivo.

È “una donna vestita di sole”: qual è il significato di questa immagine? Essa rappresenta nello stesso tempo la Vergine Maria e la Chiesa. La donna vestita di sole richiama lo splendore e la luce di Dio ed esprime una condizione che riguarda tutto l’essere di Maria: Lei è la “piena di grazia”, ricolma dell’amore e della luce del sole che è Dio.

Questa donna ha “la luna sotto i suoi piedi”. La luna evoca il tempo dell’uomo, i giorni e le stagioni, essa è sotto i suoi piedi, in quanto la donna ne ha il dominio, cioè è al di sopra delle vicende umane. La luna, però, come ci ha insegnato Benedetto XVI nel suo discorso a Piazza di Spagna, in occasione dell’Atto di venerazione all’Immacolata, per la Solennità dello scorso 8 dicembre, indica anche la morte e la mortalità. Il fatto che stia sotto i suoi piedi significa che Maria “è pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte; è libera da qualsiasi ombra di morte e totalmente ricolma di vita. Come la morte non ha più alcun potere su Gesù risorto (cfrRm 6,9), così, per una grazia e un privilegio singolare di Dio Onnipotente, Maria l’ha lasciata dietro di sé, l’ha superata. E questo si manifesta nei due grandi misteri della sua esistenza: all’inizio, l’essere stata concepita senza peccato originale… e, alla fine, l’essere stata assunta in anima e corpo nel Cielo, nella gloria di Dio. Ma anche tutta la sua vita terrena è stata una vittoria sulla morte, perché spesa interamente al servizio di Dio, nell’oblazione piena di sé a Lui e al prossimo. Per questo Maria è in se stessa un inno alla vita: è la creatura in cui si è già realizzata la parola di Cristo: “Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

Vi è un altro particolare importante:
Maria ha “sul capo una corona” (Ap 12,1), simbolo della sua regalità e la corona è formata da dodici stelle, qui è chiaro il riferimento alle dodici tribù di Israele e ai dodici Apostoli. Ella è madre e regina del popolo dell’Antico Testamento e del nuovo Testamento che, insieme, formano il popolo di Dio. In questo modo la donna vestita di sole diventa anche simbolo della Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi. Essa è incinta e grida per le doglie del parto, nel senso che “porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo: ecco il travaglio della Chiesa pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni del mondo deve portare Gesù agli uomini”.

A questo punto appare un altro segno nel cielo: un drago rosso (Ap 12,3), di questo segno non si specifica che è grande, in quanto si tratta di un simbolo del male e il male, come tale, è limitato. Questo segno è nel cielo, perché il male, nelle sue molte forme storiche, vuole ostacolare il disegno di Dio sulla terra. Il drago è rosso, simbolo della guerra e della violenza, ha sette diadema, perché anche lui pretende una regalità, ma esse è rovesciata rispetto a quella di Dio. Scaraventa le stelle sulla terra in quanto ha come intento quello di distruggere la creazione e di riportare il caos sulla terra. Giovanni afferma chiaramente al versetto 9 che questo drago è il demonio, satana, che osteggia Dio e vuole mettersi al suo posto. Egli combatte la donna e la sua discendenza, in quanto sa che la donna vuole portare Gesù al mondo. Questo dragone ha cercato invano prima di divorare Gesù – il “figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni” (12,5) –, invano perché Gesù, “attraverso la sua morte e risurrezione, è salito verso Dio e si è assiso sul suo trono”. Per questo motivo il drago rivolge i suoi attacchi contro la donna, la Chiesa.Tuttavia,“in ogni epoca la Chiesa viene sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio, che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola e della santa Eucaristia. E così in ogni tribolazione, attraverso tutte le prove che incontra nel corso dei tempi e nelle diverse parti del mondo, la Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice”.

Il tempo della persecuzione e della tribolazione è, però, un tempo limitato, infatti la donna sta nel deserto “per un tempo, due tempi e la metà di un tempo”(Ap12,14). Il significato molto consolante è che quindi non dobbiamo temere nulla, perché il Signore è sempre con noi e non permette che siamo tentati oltre le nostre forze.

Il destino che ci aspetta è la Risurrezione, lo stesso destino di Gesù e di Maria che in Cielo ci attendono e che hanno preparato per noi un posto fin dall’eternità.